Restauro

Davide Munaretto è uno degli ultimi orologiai capaci di ricostruire pezzi antichi, restaurare orologi e pendole

Mi chiamo Davide Munaretto, sono di Milano, sono appassionato di orologeria e altre materie scientifiche. Ho effettuato studi di meccanica; oltre che di orologeria mi occupo anche di elettronica e di elettrotecnica. Ho un laboratorio di orologeria sito in Milano, in zona Bovisa, specializzato nella riparazione e nel restauro conservativo di orologi antichi e pendoleria, una tradizione che si rinnova da tre generazioni. L’orologeria è sempre stata una tradizione di famiglia iniziata nel primo dopoguerra da mio nonno che dopo essersi trasferito in Svizzera aprì un laboratorio di restauro. I miei genitori rimasero a Milano, dove io nacqui nel 1968. La mia infanzia è intrisa di grandi attrattive e l’orologeria meccanica, l’elettrotecnica e l’elettronica sono da sempre i miei giochi preferiti; ho seguito con grande interesse i lavori del nonno e crescendo decisi di studiare meccanica, ma spinto dai miei familiari, terminati gli studi, intrapresi un cammino aziendale come progettista meccanico, per diventare poi il direttore commerciale di una ditta attiva nel settore dell’illuminotecnica, carica che ho occupato per circa un ventennio. Gli studi mi hanno portato a comprendere in modo molto approfondito quello che avevo imparato da bambino e l’orologeria finì per diventare una materia di approfondimento e un hobby costante. Dopo la morte di mio nonno, il laboratorio e le attrezzature rimasero ferme finché un giorno, la crisi economica e la situazione congiunturale in cui da tempo si trova il Paese portò ad una riduzione del personale nell’azienda per la quale lavoravo. Questa fu la svolta decisiva per ridare forza e vigore al nome e al ricordo del mio caro nonno e cosi decisi di dare vita alla DM Orologeria, un laboratorio che potesse fondere in sé la tradizione e l’innovazione, scostandosi anche in modo irriverente dai canoni dell’orologeria classica sfruttando tecnologie nuove in modo massivo e inusuale. In pochi anni l’azienda penetra nel tessuto milanese stringendo importanti rapporti di collaborazione con i più noti nomi legati all’orologeria di alta gamma e si distingue per le capacità risolutive e progettuali e nel restauro conservativo dell’orologeria antica, settore quest’ultimo in via di estinzione nella tradizione italiana. In breve tempo sono arrivato a stringere un rapporto di […]

Melissa Gianferrari, una restauratrice che si dedica al recupero delle opere fotografiche e all’insegnamento

Si occupa di restauro, conservazione e valorizzazione delle opere d’arte su carta e fotografie. Mercoledì 26 maggio alle ore 18 parteciperà a: “Anno 2021: dove va la fotografia?”, l’inchiesta radiofonica sul mondo dell’immagine fissa ideata e condotta da Tony Graffio. Ecco una breve presentazione di Melissa Gianferrari. Restauratrice di opere su carta, lucidi e fotografie dal 2002, la sua formazione e il suo lavoro l’hanno portata a realizzare numerosi progetti di restauro in Italia e all’estero, collaborando con enti pubblici e privati. È docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna dal 2012 in Restauro dei materiali fotografici e ha insegnato presso l’Isia di Urbino dal 2011 al 2020. Ha acquisito il titolo di Restauratore dei Beni Culturali presso la Scuola dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, nel Settore “Restauro dei materiali cartacei e membranacei”. Si è specializzata nel restauro della fotografia, a Firenze, presso la Fratelli Alinari e a Parigi, presso la Bibliothèque Nationale de France. In seguito, si è laureata in “Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali”, a Viterbo, presso l’Università della Tuscia. Ha iniziato la sua attività a Roma dove ha lavorato presso l’Istituto Nazionale per la Grafica e il Laboratorio Diagnostico per le matrici incise, approfondendo le procedure di restauro della carta ottocentesca e delle matrici e partecipando all’approntamento espositivo di numerose mostre dell’Istituto. Sempre a Roma, presso l’Istituto per il Catalogo e la Documentazione, ha svolto attività di catalogazione e restauro di fondi fotografici storici della Fototeca. Successivamente, fino al 2010, in qualità di responsabile del laboratorio di restauro di fotografie e materiali extra filmici presso la Cineteca di Bologna, ha svolto interventi sui fondi “Cinema” e “Bologna” dell’Archivio fotografico e si è occupata delle collezioni della Cineteca durante le esposizioni di originali. Ha restaurato opere su carta e fotografie di molti enti pubblici e privati come la Galleria Civica di Modena, i Musei Civici e la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, l’Archivio di impresa “Same Deutz Fahr”, la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, la Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia, l’Archivio di Impresa Max Mara di […]

Silvia Berselli, ospite a RAM della quarta parte di: “Anno 2021: dove va la fotografia?”

Per parlare di restauro, conservazioni dei beni fotografici e valutazione delle opere, avremo con noi in trasmissione un’esperta di fotografia d’arte e di perizie che  ha insegnato per un decennio Restauro della fotografia all’Accademia di Bella Arti di Brera ed è iscritta all’albo dei restauratori italiani. Silvia Berselli, laureata in Storia dell’Arte, si occupa da molti anni di valorizzazione della fotografia. La sua formazione è avvenuta presso l’International Museum of Photography di Rochester New York e l’Atelier de Restauration des Photographies del Comune di Parigi. Ha insegnato per un decennio Restauro della fotografia all’Accademia di Bella Arti di Brera a Milano e Storia e Tecnica della Fotografia all’Università di Udine. Per le Case d’Aste Bloomsbury, Minerva, Bolaffi e Il Ponte ha diretto i rispettivi dipartimenti di Fotografia. Silvia Berselli è perito per il settore fotografico di Axa Assicurazioni e Arte Generali. Ha collaborato con numerose istituzioni del Ministero dei Beni Culturali, la Biennale di Venezia, l’Istituto Centrale per il Restauro, la Calcografia Nazionale, l’Archivio Fotografico della Pinacoteca di Brera. Per conto del Centre National de l’Audiovisuel di Lussemburgo ha curato il recupero della mostra “The Family of Man” e della collezione Teutloff. In qualità di perito ha valutato la consistenza patrimoniale delle collezioni fotografiche di: Intesa Sanpaolo, Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione Pirelli, Gianni Versace spa, ANSA. Silvia Berselli, insieme a Roberta Piantavigna e Melissa Gianferrari, sarà ospite di Tony Graffio a Radio Atlanta Milano per la 4a parte di “Anno 2021: dove va la fotografia?”, in onda in diretta mercoledì 26 maggio 2021 alle ore 18 dai nostri studi di Milano.  

Roberta Piantavigna, restauratrice e conservatrice, sarà nostra ospite per la quarta parte di: “Anno 2021: dove va la fotografia?”

Prosegue l’inchiesta radiofonica di Tony Graffio sul mondo della fotografia, in un anno in cui non sono mancate le difficoltà per le mostre e gli altri eventi culturali, nelle gallerie private e nei musei di tutto il mondo. In questa breve scheda biografica, Roberta Piantavigna si presenta al pubblico di Radio Atlanta Milano. Roberta Piantavigna  è Photography Conservator presso il San Francisco Museum of Modern Art (SFMOMA). Ha lavorato come restauratrice presso lo Studio Berselli di Milano contribuendo a numerosi progetti di conservazione e restauro di collezioni fotografiche di enti pubblici e privati, italiani e europei. Successivamente, grazie a importanti esperienze professionali e formative presso lo studio The Better Image di New York e l’Image Permanence Institute di Rochester (NY), nel 2015 è Andrew W. Mellon Fellow in Photography Conservation presso il Museum of Modern Art di New York. Dal 2017, lavora presso il Conservation Department dell’SFMOMA dove oltre a occuparsi della della collezione fotografica del museo, studia metodologie di documentazione e conservazione delle opere fotografiche contemporanee. L’appuntamento con la diretta: “Anno 2021 dove va la fotografia?” (4a Parte) è fissato per mercoledì 26 maggio 2021 alle ore 18 su: www.radioatlanta.it I podcast delle precedenti parti li trovate qui: https://www.radioatlanta.it/our-services/frammenti-di-spettacolo-e-cultura/

Orologi Vintage e canoni di bellezza, le riflessioni di un collezionista

Non mi sento di parlare di canoni di bellezza di un vintage perché dipendono da fattori dettati esclusivamente dai gusti personali. Riferendomi a quello che vendo, per esempio, mi sono accorto che molti considerano bello un orologio oversize; altri lo preferiscono piccolo, oppure c’è chi lo vuole solo dorato… Chi solo color argento… E così via. Non si possono stabilire dei “canoni”, ma piuttosto cercare di considerare quello che ti trasmette un oggetto particolare. Io ho i miei gusti chiaramente, ma quello che maggiormente mi affascina e comunque condiziona la scelta dell’acquisto, è l’idea dell’antico, della storia che l’orologio reca con sé; per questo sono disposto ad accettare anche le piccole imperfezioni e prediligo un orologio vissuto ad un pezzo nuovo, fondo di magazzino, anche a parità di periodo di costruzione. La mia origine in questo campo, è nel collezionismo. E per come interpretavo io la cosa, non mi importava tanto la qualità, quanto la quantità. Soprattutto all’inizio. Desideravo un pezzo purché fosse antico e meccanico… Era sufficiente trovare un orologio vecchio per indurmi all’acquisto, tanto che in passato ho comprato orologi davvero orrendi. Però l’emozione derivava nel vedere su un banchetto “l’orologio vintage”. La bellezza non era un parametro. Chiaramente, nel tempo ho affinato i gusti e quindi le mie scelte, rifiutando per esempio quei pezzi che risultavano poco “coevi”; tipo quadrante rifatto ma cassa consumata. Oppure una cassa nuova di zecca su un quadrante troppo vissuto, e così via. Nella storia dell’orologio interpretavo queste incoerenze come “manomissioni” che ne falsificavano la sua storia; era un fatto che mi disturbava. Questo modo di vedere le cose mi è rimasto anche ora che non solo riparo gli orologi, ma anche li restauro; se non riesco a mantenere una originalità spinta scelgo di utilizzare l’orologio come donatore per parti di ricambio. Concludendo: la bellezza per me è l’emozione di combinare qualcosa che piace per la sua originalità, senza tenere conto assolutamente del valore commerciale, quindi del mercato. Francesco Carbone Per saperne di più ascoltate il podcast: Orologi vintage: investimento calcolato o anacronismo?