Canoni estetici

Orologi Vintage e canoni di bellezza, le riflessioni di un collezionista

Non mi sento di parlare di canoni di bellezza di un vintage perché dipendono da fattori dettati esclusivamente dai gusti personali. Riferendomi a quello che vendo, per esempio, mi sono accorto che molti considerano bello un orologio oversize; altri lo preferiscono piccolo, oppure c’è chi lo vuole solo dorato… Chi solo color argento… E così via. Non si possono stabilire dei “canoni”, ma piuttosto cercare di considerare quello che ti trasmette un oggetto particolare. Io ho i miei gusti chiaramente, ma quello che maggiormente mi affascina e comunque condiziona la scelta dell’acquisto, è l’idea dell’antico, della storia che l’orologio reca con sé; per questo sono disposto ad accettare anche le piccole imperfezioni e prediligo un orologio vissuto ad un pezzo nuovo, fondo di magazzino, anche a parità di periodo di costruzione. La mia origine in questo campo, è nel collezionismo. E per come interpretavo io la cosa, non mi importava tanto la qualità, quanto la quantità. Soprattutto all’inizio. Desideravo un pezzo purché fosse antico e meccanico… Era sufficiente trovare un orologio vecchio per indurmi all’acquisto, tanto che in passato ho comprato orologi davvero orrendi. Però l’emozione derivava nel vedere su un banchetto “l’orologio vintage”. La bellezza non era un parametro. Chiaramente, nel tempo ho affinato i gusti e quindi le mie scelte, rifiutando per esempio quei pezzi che risultavano poco “coevi”; tipo quadrante rifatto ma cassa consumata. Oppure una cassa nuova di zecca su un quadrante troppo vissuto, e così via. Nella storia dell’orologio interpretavo queste incoerenze come “manomissioni” che ne falsificavano la sua storia; era un fatto che mi disturbava. Questo modo di vedere le cose mi è rimasto anche ora che non solo riparo gli orologi, ma anche li restauro; se non riesco a mantenere una originalità spinta scelgo di utilizzare l’orologio come donatore per parti di ricambio. Concludendo: la bellezza per me è l’emozione di combinare qualcosa che piace per la sua originalità, senza tenere conto assolutamente del valore commerciale, quindi del mercato. Francesco Carbone Per saperne di più ascoltate il podcast: Orologi vintage: investimento calcolato o anacronismo?