Jens Stoltenberg

La deterrenza nucleare è una scommessa che si può perdere con gravissime conseguenze

Iniziamo col chiarire che la cosiddetta deterrenza nucleare o dissuasione atomica non dà alcuna certezza che un conflitto a bassa intensità (quando mai una guerra non è un evento atroce e spietato?) non possa sfociare in una guerra totale estremamente distruttiva, capace di riportare l’umanità residua indietro nel tempo di secoli se non addirittura millenni. C’è sempre una delle parti belligeranti che crede di essere meglio armata o che pensa di disporre di una tecnologia militare migliore, di un numero maggiore di testate atomiche, di missili balistici più veloci o di un sistema antimissile più efficace e si sente in qualche modo più forte e avvantaggiata a livello tecnologico o per qualche altra ragione. La dissuasione atomica si basa sulla possibilità di poter sferrare un attacco missilistico o di altro genere oppure di poter effettuare un contrattacco di rappresaglia che il nemico non riuscirebbe ad annullare ed in entrambi i casi il risultato finale porterebbe alla parziale, o più probabilmente, alla completa distruzione della vita sul pianeta e all’impossibilità di ripristinare una normale esistenza umana o animale, a seguito anche del cosiddetto inverno nucleare. Si ritiene che l’inverno nucleare possa essere un periodo di tempo prolungato, forse anche di alcuni decenni, che seguirebbe le esplosioni nucleari e la ricaduta di materiale radioattivo nell’atmosfera terrestre e poi sulla sua superficie, a seguito di tempeste di fuoco e polveri letali. La temperatura sul pianeta si raffredderebbe a seguito dell’impossibilità per la luce solare di penetrare i diversi strati dell’atmosfera, per cui il nostro pianeta diventerebbe un luogo invivibile anche per chi avesse avuto la sventura di sopravvivere ad una guerra atomica. Forse sarebbe più corretto parlare di scommessa atomica, anzi che di dissuasione atomica, anche perché non è detto che una nazione non possa pensare ad una soluzione di  distruzione totale qualora ritenesse che la sua popolazione e la sua cultura rischiassero di essere eliminate definitivamente da un nemico, o da una coalizione di nemici, che possono contare su armamenti convenzionali schiaccianti che potrebbero mettere in atto un progressivo genocidio. Come tutti ben sappiamo, il mondo sta vivendo in una situazione molto delicata, le guerre […]

La supremazia strategica e tecnologica russa ha indotto Putin ad un intervento militare in Ucraina prima che la NATO minacciasse Mosca con nuovi missili a due passi da casa sua. Ne parleremo con Nicolai Lilin

“L’America deve capire che la sua egemonia è finita. Adesso è il momento del dragone cinese; i russi e la vecchia Europa devono essere lasciati in pace. Noi civili dobbiamo ripudiare le guerre come è scritto nella costituzione italiana.” Nicolai Lilin Il mondo è diventato un luogo sempre più strano dove vivere: i veterani dei campi di battaglia che conoscono le insidie della guerra si esprimono con parole sagge e cercano di far capire, a chi non li conosce, quali siano i pericoli delle armi; mentre politici, affaristi e uomini senza scrupoli, spinti dall’avidità per guadagni smisurati sobillano eserciti e popoli sull’orlo del baratro nucleare. Personalmente, già due anni fa, in occasione della diretta del 19 marzo 2020: “Paure, Complotti & Virus” ebbi l’impressione che il mondo si stesse preparando ad andare in guerra con schieramenti di forze non ancora del tutto chiari, ma che sembravano coinvolgere Russi e Cinesi contro l’Occidente. Ricordo che in quel periodo Donald Trump in modo prepotente ed un po’ sprezzante stava organizzando “esercitazioni” in Polonia, a ridosso dei confini bielorussi e dava fiato ai motori dei bombardieri strategici Northrop Grumann B2 Spirit di stanza in Portogallo. Il luogo su cui si concentravano le attenzioni della NATO era la striscia di terra nota come Suwalki Gap (tra Polonia e Lituania), un tratto di terra lungo circa 65 chilometri, da sempre conosciuto per essere difficile da difendere. La Suwalki Gap unisce Kaliningrad alla Bielorussia e rappresenta l’unico collegamento terrestre che consente di trasferire gli approvvigionamenti militari nei Paesi Baltici dalla Polonia e dagli altri membri della NATO. Nel marzo del 2020, in molti ci chiedemmo perché nonostante la pandemia di Covid 19 in corso non sia stato possibile rinviare quelle esercitazioni che hanno coinvolto circa 70’000 soldati provenienti da USA; UK; Polonia; Romania e Croazia. Qual era lo scopo di quei movimenti di truppe? Di solito le grandi manovre militari hanno varie finalità: dalla prova di muscoli allo schieramento preventivo di forze che possano dissuadere il nemico a fare certe mosse, oppure ad avvisarlo che si è a conoscenza del fatto che si sta preparando ad agire su un determinato territorio. Naturalmente, […]