NOTTE HORROR – IL BESTIARIO DELLA TERRA

NOTTE HORROR – IL BESTIARIO DELLA TERRA

Grifone, manticora, drago o sirena….insieme ad animali reali come il leone , la volpe o la scimmia…durante il Medioevo , dalla fine del XII secolo fino alla prima metà del XIV secolo in Europa, si diffonde un particolare tipo di opera letteraria in cui gli animali vengono descritti e catalogati, in molti casi con illustrazioni accurate e preziose, realizzati come opere uniche e scambiate come dono tra potenti, vescovi, principi e imperatori: il BESTIARIO.

Nel Medioevo l’animale è onnipresente, si incontra dappertutto. Gli animali affollano perfino le chiese e i monasteri, attraverso stature, affreschi , doccioni: sono apparati decorativi che i sacerdoti, i fedeli e i monaci hanno quotidianamente sotto gli occhi, tanto da suscitare sdegno in alcuni prelati come Bernardo di Chiaravalle, il quale si scaglierà contro i mostri scolpiti nella pietra delle cattedrali cluniacensi.

Ma nella descrizione non c’è un intento scientifico, la classificazione non è di tipo zoologico : i bestiari sono opere di carattere didattico allegorico-morale in cui sono descritte le proprietà di animali sia reali che fantastici attraverso le quali ricavare insegnamenti etici e religiosi. Tali proprietà – reali o immaginarie – si riferiscono sia all’aspetto fisico dell’animale, sia al suo comportamento e alle sue abitudini, ai suoi rapporti con le altre specie, compresa quella umana. Per esempio si diceva che il leone dormisse con gli occhi aperti, perciò, molti bestiari ne fanno un simbolo di vigilanza, spiegando così la sua presenza alle porte delle chiese, e per questo il leone è anche figura di Dio o del Cristo. Il maiale, al contrario, intento solo a mangiare frugando immondamente per terra e tra i rifiuti senza mai alzare gli occhi verso il cielo, è l’immagine dell’uomo peccatore che preferisce i beni materiali alla contemplazione di Dio. La leucrota, invece, ha la forma di un asino, petto e zampe di leone con lo zoccolo diviso in due, testa di cavallo e una larghissima bocca.

Ogni animale, quindi, appare come l’immagine di un’altra cosa che gli corrisponde su un piano superiore e di cui esso è il simbolo. Lo scopo di questo testo non era di tipo scientifico ma religioso: ad ogni animale era associato un vizio o una virtù e il messaggio del libro era quello di scegliere comportamenti positivi per guadagnarsi la salvezza e il Paradiso.

Dal Medioevo ai nostri giorni, è possibile incontrare questi animali fantastici in un percorso artistico contemporaneo, un’ imponente opera multidisciplinare in tre parti, che ha trasformato completamente i principali teatri delle due città – a Parma il Teatro Regio e il Teatro Due (2, 3 e 4 dicembre 2022), a Reggio Emilia il Teatro Municipale Valli (10 e 11 dicembre 2022) – in spazi onirici e porta a compimento Il Bestiario della Terra, il grande progetto realizzato dal Reggio Parma Festival.
Ce lo racconta il Presidente del Festival stesso, LUIGI FERRARI in quanto grazie al lavoro corale dei teatri, con il coinvolgimento di tutte le maestranze e di molte realtà creative dei territori, riunite in una specie di grande bottega d’artista, popolata da maestri artigiani si ha l’occasione di vivere un vero e proprio ‘alveare di creatività’, con attori, danzatori, cantanti, musicisti e burattinai al lavoro insieme per dar vita a un atto poetico coraggioso, rivoluzionario.

Il Mostrario dell’artista Yuval Avital è infatti il capitolo finale de Il Bestiario della Terra, un’opera imponente realizzata nel corso di più di sei mesi che, in un crescendo di mostre e appuntamenti, ha composto un grande quadro allegorico.
Traendo ispirazione dallo studio dei bestiari medievali, l’artista ha dato vita a 18 scene bestiali, in un’esplorazione della relazione tra essere umano e animale.Chimere, creature mostruose, esseri ibridi si materializzano fisicamente, direttamente a contatto con il pubblico, negli spazi dei teatri, ripensati e trasformati per dar vita a un percorso immersivo in cui lo spettatore non è solo passivo ma si muove e interagisce alla scoperta della natura animale insita in quella umana.
gli ambienti dei teatri prendono vita in modo inaspettato e travolgente. I licantropi.
salamandre, anfibio che resiste al fuoco ed emblema di autocontrollo e purezza, sciapodi umanoidi con un solo piede, interpretati dai danzatori di Artemis Danza, ballano insieme ai visitatori in un silent rave. Per gli utlimi appuntamenti al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia, il 10 e l’11 dicembre, il percorso, tocca spazi inconsueti, come i sotterranei e i ballatoi dell’alcova di palco, Il campo delle Mandragole vede la partecipazione delle mandragole urlanti strappate alla terra che le ha generate e immagini di mostri ibridi generate da intelligenza artificiale. La Città dei Peluche, con otto danzatori di un’inquietante ambiguità, sotto l’apparenza tenera dei pupazzi. E ancora è l’installazione icono-sonora La sala della Vipera e dei Vermi giganti, vertiginosa come un pozzo che piomba da altitudini a fondi abissi. Le Libellule e Ninfee, figure fiabesche estenuate e macilente in contrasto con la mendace suadenza di un avatar digitale. Il Giardino segreto dei conigli, un’isola felice e turbata da presenze enigmatiche. I Topi itineranti. Il mondo sonoro di un Porcile…
Come sottolinea il Presidente del Festival Luigi Ferrari, e’ un’esperienza unica, un viaggio nell’immaginario di un artista capace di sondare e far in qualche modo esplodere i nessi tra il mondo umano e il mondo animale, in un continuo rimando simbolico che oscilla tra fascinazione e timore: Il Mostrario, nelle sue tre diverse parti, si pone come conclusione perfetta del percorso voluto da Reggio Parma Festival che, in tappe diverse e complementari, ha accompagnato il pubblico alla scoperta delle possibilità e dei limiti dell’umanità per che in fondo… scopriremo che tra gli animali, il vero mostro è proprio l’uomo.
APPUNTAMENTO AL TEATRO VALLI DI REGGIO EMILIA
10 E 11 DICEMBRE 2022
MOSTRARIO – PARTE III
REGGIOPARMA FESTIVAL


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