Le ragioni che hanno scatenato l’Operazione Militare Speciale del Cremlino spiegate da Ramzan Akhmatovich Kadyrov

Le ragioni che hanno scatenato l’Operazione Militare Speciale del Cremlino spiegate da Ramzan Akhmatovich Kadyrov

“Se un combattimento è inevitabile, devi colpire per primo” V.P. Questa è una frase del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin che ci fa comprendere come la situazione geopolitica attuale possa essere molto grave. È stata citata da Ramzan Kadiyrov, il combattente ceceno figlio del Presidente della Cecenia morto nel 2004. Ecco che con le sue parole ci spiega le ragioni delle azioni militari russe che forse ci stanno preannunciando l’inizio della Terza Guerra Mondiale, mentre in Italia i politici discutono del prezzo della benzina. Sono passati più di 30 anni dalla fine della Guerra Fredda. È stato davvero tanto tempo fa. I ricordi di quell’epoca, come un vecchio cinegiornale, emergono con colori sbiaditi, suoni ovattati e manufatti caratteristici di un film danneggiato dagli anni. Tuttavia, il 1991 sarà la fine definitiva di una pacifica convivenza. Ho solo 15 anni. E quello che io e la mia gente dovremo passare non mi viene nemmeno in mente. Siamo cittadini dell’URSS, in cui non c’è divisione in nazionalità, dove tutti sono fratelli l’uno per l’altro e la “quinta colonna” sul passaporto non significava assolutamente nulla. La città di Grozny è grande e pacifica, il cui simbolo era la pianta Krasny Molot. Ettari di aree industriali, dove il lavoro non si fermava per un minuto. I lavoratori sono semplici lavoratori sovietici: ceceni, russi, ingusci, ucraini, ebrei, georgiani, armeni e tutti gli altri rappresentanti dell’orgoglioso popolo sovietico, che perseguivano un solo obiettivo: glorificare il glorioso nome ceceno Inguscezia, fornendo prodotti che sono stati orgogliosamente incisi “Made in Grozny” in tutti gli angoli remoti della nostra patria. Tale era la mia bellissima e amata Grozny, che tra poco sarà dipinto con i colori scarlatti del sangue dei civili. È da allora che questi guai riguarderanno ciascuno di noi, indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione e dal luogo di residenza. La guerra è arrivata a casa mia. E ogni giorno dovevamo prendere decisioni difficili. Decisioni che sarebbero semplici se il loro esito riguardasse solo me e la mia famiglia. Ma quando il destino di un’intera nazione dipende dalla tua parola, allora arriva una chiara consapevolezza e comprensione del termine […]

Le conseguenze dei vaccini sui nostri corpi sottili e sulla nostra evoluzione spirituale

Abbiamo già sentito molti “teorici della cospirazione”, o meglio, persone preoccupate per la loro salute fisica, allarmarsi per gli eventuali effetti negativi che i vari vaccini anti Covid 19 potrebbero avere sul nostro organismo, o sui corpi debilitati di chi ha già in corso altri tipi di patologie, perché come è ampiamente risaputo, gli effetti collaterali di un farmaco possono moltiplicarsi o sommarsi nel caso si assumano più tipi di farmaci. È ciò che comunemente è conosciuto come: “Effetto Cocktail”. A questo proposito, per molte persone in là con gli anni o con patologie pregresse si è parlato dell’aumento del rischio di coaguli nel sangue, flebiti, ictus, miocarditi, aborti spontanei, sterilità, impotenza o perfino di morte. La lista delle patologie che potrebbero essere introdotte o causate dalla somministrazione esagerata di farmaci e vaccini è però molto più lunga. Ultimamente, per nostra fortuna, c’è anche chi si sta preoccupando dei possibili effetti negativi che i vaccini potrebbero causare a livello molto più sottile, ovvero a livello spirituale, oltre che al nostro benessere psichico. Con la campagna vaccinale ancora in corso, possiamo affermare che circa il 85% della popolazione italiana oltre i 5 anni d’età è entrata in contatto almeno una volta con il vaccino e ciò significa che se per qualche disgraziata ragione il vaccino dovesse avere qualche effetto non previsto sulla popolazione umana, ben poche persone sarebbero esenti dall’avere conseguenze fisiche o spirituali dall’aver assunto sostanze che sono ancora poco conosciute in quanto protette dal segreto del brevetto commerciale. Lo scorso anno, nell’ottobre del 2021, un libro di Thomas Mayer intitolato: “Inoculazioni contro il Coronavirus dal punto di spirituale, loro effetti su anima, spirito e vita dopo la morte” inizia a prendere in considerazione anche le conseguenze che certe scelte hanno sulla nostra vita e su certe nostre decisioni e comportamenti, poiché sappiamo che ogni scelta etica può avere ripercussioni sul nostro karma, anche dopo la nostra morte. Nel libro in questione, il ricercatore tedesco Thomas Mayer riporta chiaramente le sue ricerche sugli effetti della vaccinazione sull’anima e sullo spirito, ma anche sulla vita dopo la morte. Per questo, ha raccolto le esperienze […]

Roger Waters: la NATO sta aiutando i neonazisti ucraini ad alimentare la guerra e a provocare massacri

La diciannovenne ucraina Alina Mitrofanova, fan dei Pink Ployd e di Roger Waters, ha recentemente scritto una lettera all’artista inglese, nella speranza che questi contribuisse con le sue parole a sensibilizzare l’opinione pubblica occidentale per fare pressione sui propri governi a decidere di espandere la guerra a tutto il pianeta schierando militarmente e attivamente le forze della Nato contro la Confederazione Russa. Roger si è dimostrato molto saggio ed ha spiegato alla ragazza come la violenza vada sempre evitata. Di seguito troverete la lettera di Alina e la risposta di Roger. Ciao! Mi chiamo Alina Mitrofanova, ho 19 anni e vivo in Ucraina. Oggi il mio paese sta resistendo all’invasione russa e alla vera guerra iniziata dal presidente russo e guidata dall’esercito russo. Sono un grande fan dei Pink Floyd e di Roger Waters, ed è stato molto importante per me ascoltare l’opinione di Roger su tutta questa situazione. Può non sembrare così urgente e critico, perché questa guerra può essere considerata solo come il “nostro problema”, ma purtroppo diventa rapidamente una catastrofe per l’intera Europa e per il mondo intero. La guerra è iniziata 11 giorni fa e ogni giorno sentiamo sirene che segnalano bombe lanciate dagli occupanti russi. L’aggressione della Russia distrugge il MIO Paese, uccide centinaia di adulti e bambini innocenti nel MIO Paese, e non posso spiegare quanti ucraini siano costretti a lasciare le loro case e scappare da questa follia. Le città ucraine orientali vengono distrutte dall’esercito russo, centinaia di migliaia di persone stanno evacuando e stanno diventando profughi e il loro numero aumenta ogni minuto. Soffro, come molti altri ucraini, perché fa molto male vedere come il MIO Paese diventi un obiettivo militare per la Russia e il suo leader pazzo, convinto che ci siano dei “neo-nazisti”, che devono essere uccisi. È assolutamente falso, perché vivo qui e posso dire al 200% che non ci sono persone del genere lì! Chiedo a Roger di parlare pubblicamente di questa guerra, perché ancora non riesco a capire come una persona, che ha scritto un numero significativo di testi contro la guerra, non abbia ancora parlato di tragedia. Inoltre, comprendo […]

La supremazia strategica e tecnologica russa ha indotto Putin ad un intervento militare in Ucraina prima che la NATO minacciasse Mosca con nuovi missili a due passi da casa sua. Ne parleremo con Nicolai Lilin

“L’America deve capire che la sua egemonia è finita. Adesso è il momento del dragone cinese; i russi e la vecchia Europa devono essere lasciati in pace. Noi civili dobbiamo ripudiare le guerre come è scritto nella costituzione italiana.” Nicolai Lilin Il mondo è diventato un luogo sempre più strano dove vivere: i veterani dei campi di battaglia che conoscono le insidie della guerra si esprimono con parole sagge e cercano di far capire, a chi non li conosce, quali siano i pericoli delle armi; mentre politici, affaristi e uomini senza scrupoli, spinti dall’avidità per guadagni smisurati sobillano eserciti e popoli sull’orlo del baratro nucleare. Personalmente, già due anni fa, in occasione della diretta del 19 marzo 2020: “Paure, Complotti & Virus” ebbi l’impressione che il mondo si stesse preparando ad andare in guerra con schieramenti di forze non ancora del tutto chiari, ma che sembravano coinvolgere Russi e Cinesi contro l’Occidente. Ricordo che in quel periodo Donald Trump in modo prepotente ed un po’ sprezzante stava organizzando “esercitazioni” in Polonia, a ridosso dei confini bielorussi e dava fiato ai motori dei bombardieri strategici Northrop Grumann B2 Spirit di stanza in Portogallo. Il luogo su cui si concentravano le attenzioni della NATO era la striscia di terra nota come Suwalki Gap (tra Polonia e Lituania), un tratto di terra lungo circa 65 chilometri, da sempre conosciuto per essere difficile da difendere. La Suwalki Gap unisce Kaliningrad alla Bielorussia e rappresenta l’unico collegamento terrestre che consente di trasferire gli approvvigionamenti militari nei Paesi Baltici dalla Polonia e dagli altri membri della NATO. Nel marzo del 2020, in molti ci chiedemmo perché nonostante la pandemia di Covid 19 in corso non sia stato possibile rinviare quelle esercitazioni che hanno coinvolto circa 70’000 soldati provenienti da USA; UK; Polonia; Romania e Croazia. Qual era lo scopo di quei movimenti di truppe? Di solito le grandi manovre militari hanno varie finalità: dalla prova di muscoli allo schieramento preventivo di forze che possano dissuadere il nemico a fare certe mosse, oppure ad avvisarlo che si è a conoscenza del fatto che si sta preparando ad agire su un determinato territorio. Naturalmente, […]

Stefano Polesello; Daniele Palmulli e l’On. Chiara Braga sono gli ospiti della seconda parte dello Speciale Pfas di RAM

A Radio Atlanta Milano abbiamo deciso di approfondire il discorso sulle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) per sensibilizzare i nostri ascoltatori e, possibilmente, la maggior parte degli italiani, perché la presenza di questi composti di sintesi è diffusa in tantissimi prodotti industriali, alimentari, e in molti altri manufatti che quasi nessuno sospetterebbe. Recenti studi hanno dimostrato la contaminazione ambientale da queste sostanze nocive nell’acqua di alcuni territori del Veneto, del Piemonte, della Toscana e della Lombardia. Tali sostanze organiche, note anche come perfluorati, risultano impiegate nelle aziende chimiche che producono derivati del fluoro e che nello specifico rappresentano la fonte della contaminazione ambientale suddetta. I perfluorati sono sostanze caratterizzate dalla presenza di una catena alchilica idrofobica completamente fluorurata nella molecola, generalmente costituita da 4 a 16 atomi di carbonio, e da un gruppo idrofilico. La particolare struttura di queste molecole e il forte legame tra fluoro e carbonio le rende particolarmente resistenti al degrado, pertanto i composti PFAS presentano un’elevata persistenza ambientale e capacità di bioaccumulo con effetti tossici sull’uomo di varia natura. I PFAS fanno parte della famiglia di sostanze definite come “interferenti endocrini” in quanto in grado di alterare gli equilibri ormonali; sono inoltre considerati contaminanti chimici emergenti, segnalati come “prioritari” da organismi nazionali ed internazionali. L’elevata idrosolubilità motiva la diffusa presenza di queste sostanze nell’acqua, che rappresenta quindi un importante veicolo di contaminazione. La legislazione riguardante la qualità delle acque destinate al consumo umano (D.Lgs 31/2001) non prevede il controllo di queste sostanze, per le quali quindi non sono stati fissati valori limite di concentrazione; tuttavia la protezione della qualità delle acque prevede anche il rispetto di elementi chimici non espressamente considerati dalla normativa, che possono rappresentare potenziali fattori di rischio. Il caso dei perfluorati è per noi molto interessante e ci risulta per lo meno curioso che in Italia  non esista una regolamentazione per le concentrazioni massime tollerabili per l’acqua potabile di PFOA e di PFOS ; mentre sono già state state fatte prese decisioni a livello nazionale da paesi come: Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Paesi Bassi. Nel nostro paese, sulla base delle indicazioni dell’EFSA (Autorità Europea per […]

Milano Moderna è un libro di testi e immagini che documenta i mutamenti dell’architettura di Milano dal 1947 al 2021

Edito da 24 ORE Cultura, dal 2 dicembre è in libreria “Milano Moderna. Architettura, arte e città 1947-2021”, il volume di Fulvio Irace che riprende il nucleo dell’ormai storica e introvabile pubblicazione “Milano Moderna” (1996), allargando la pionieristica ricerca sull’architettura della ricostruzione nella Milano del secondo dopoguerra alla nuova città di inizio millennio, con un rigoroso approccio critico e interpretativo. Pubblicato originariamente nel 1996 per Federico Motta Editore, grazie al decisivo contributo di Enrico Baleri che ne condivise l’entusiasmo e l’impianto, “Milano Moderna” voleva essere un omaggio alla forza di Milano, alla sua capacità di proporsi, nelle contingenze più difficili del suo sviluppo, come laboratorio di una cultura non convenzionale, pragmatica e anti-ideologica, che si apprezza sia nell’efficacia dei singoli edifici che nel carattere di una diffusa e colta coralità. Il successo del libro si può misurare dalla risposta degli studiosi e dall’interesse dei lettori, che in breve tempo videro esaurita la prima edizione, rendendolo inaccessibile sul mercato. 24 ORE Cultura ha deciso così di ripubblicare il volume in una versione rivista e allargata a comprendere l’intera portata delle trasformazioni che hanno caratterizzato il costruirsi di una nuova città negli ultimi due decenni. Appariva chiaro allora, infatti, ed è apparso ancora più evidente oggi, che il tema principale del libro sta nella definizione dei mutevoli concetti dell’idea stessa di modernità, un contributo – come afferma Fulvio Irace – “alla capacità della metropoli lombarda di proporsi come laboratorio di una cultura non convenzionale del cambiamento”. L’ossessione di “essere assolutamente moderni” è infatti il motore che caratterizza Milano già all’indomani dell’Unità d’Italia, a partire dalla costruzione della sua celebre Galleria, che rimise in moto il cuore di piazza Duomo e avviò la profonda ristrutturazione del centro. Nel 1881 l’Esposizione Nazionale ne consacrò il ruolo di capitale industriale, così come l’Expo del 2015 ne ha rilanciato il carisma di città mondo. “Non perdono tempo questi birboni – scriveva Emilio De Marchi nel romanzo “Demetrio Pianelli” – non hanno ancora il gas che già vogliono la luce elettrica; non hanno ancora finito una casa che già la buttano giù per farne una più grande […]

World Radio Day 2022

La Giornata è stata celebrata per la prima volta nel 2012, a seguito della Conferenza Generale dell’UNESCO che ne aveva riconosciuto l’importanza, e l’anno successivo è stata istituita dalle Nazioni Unite come Giornata Mondiale. Viene celebrata il 13 febbraio perché è il giorno in cui, nel 1946, è stata fondata la Radio delle Nazioni Unite. La Giornata è molto importante perché riconosce la radio come mezzo fondamentale di comunicazione, inoltre sostiene la collaborazione internazionale tra le stazioni emittenti e incoraggia la creazione di reti e comunità per promuovere l’accesso all’informazione, la libertà di espressione e l’uguaglianza di genere sulle onde radio; inoltre evidenzia il contributo della radio al dibattito democratico attraverso l’informazione, l’intrattenimento e l’interazione con gli ascoltatori. LA RADIO, TEATRO DELLA MENTE

Mani Pulite 30 anni dopo. Speciale radiofonico con Maurizio Losa e Piero Colaprico

Lunedì 17 febbraio 1992 l’ingegnere Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, ricevette nel suo ufficio di via Marostica 8, a Milano, Luca Magni, un piccolo imprenditore di Monza che aveva con sé una busta contenente una tangente di 7 milioni di lire da consegnare al suo interlocutore come “ringraziamento” dell’appalto appena ricevuto. In realtà, la tangente doveva essere di 14 milioni, il 10% della somma che avrebbe fatturato Luca Magni, ma quella cifra fu comunque sufficiente ad incastrare Mario Chiesa che era già stato denunciato dall’imprenditore, stanco di pagare, al procuratore della Repubblica Antonio Di Pietro. La trappola venne preparata con cura, Chiesa non sospettò nulla fino a che non venne bloccato da un gruppetto di investigatori in borghese, appena Magni uscì dall’ufficio, verso le 17,40. Mario Chiesa provò a giustificare il possesso dei 7 milioni, ma senza riuscirci, allora, forse fingendo un malore, chiese di poter andare al bagno, dove provò a sbarazzarsi di una tangente ancora più cospicua, gettando 37 milioni di lire in contanti nella tazza del gabinetto. Chiesa venne arrestato per concussione ed alle 22,16 di quel 17 febbraio di 30 anni fa l’agenzia Ansa diffuse la notizia in tutta Italia: è così che ebbe inizio una lunga stagione di inchieste a cui venne dato il nome di: “Mani Pulite”. Mercoledì 16 febbraio 2022, alle ore 17,45 a RAM abbiamo parlato di Mani Pulite e Tangentopoli soprattutto dal punto di vista mediatico e di come televisioni, radio e giornali hanno vissuto e diffuso le notizie relative alle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto i massimi esponenti politici della cosiddetta “Prima Repubblica”. I nostri ospiti, che hanno vissuto quei giorni concitati nelle sale dei tribunali, negli studi televisivi e radiofonici, negli uffici dei quotidiani e nelle sale stampa, sono Maurizio Losa e Piero Colaprico; due giornalisti le cui considerazioni ci interessano molto, anche per comprendere cosa potrebbe accadere oggi nel mondo dell’informazione e della politica se uno scandalo del genere dovesse ripresentarsi. C’è chi afferma che non è un caso se un evento del genere sia capitato solo 3 anni dopo la caduta del muro di Berlino. Sembrerebbe che gli alleati d’oltreoceano abbiano […]

Non dimentichiamo le vittime innocenti gettate nelle foibe

Per chi ha visto personalmente riportare alla luce i cadaveri di parenti, amici o semplici concittadini gettati ad agonizzare nelle viscere della terra formatesi nelle depressioni carsiche, nei dintorni di Trieste, è stato impossibile dimenticare le atrocità commesse dall’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia; tutti gli altri hanno il dovere di ricordare un fatto storico che per molti anni lo stato italiano ha negato e taciuto. Per questo, il 10 febbraio in tutta Italia si celebra il Giorno del Ricordo e l’immane tragedia che colpì gli italiani massacrati e infoibati in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia tra il 1943 e il 1945. Uomini, donne, anziani e bambini che in quel periodo di grande confusione bellica si erano ritrovati in balìa dei partigiani comunisti jugoslavi vennero legati l’uno all’altro col filo di ferro e gettati ancora vivi in pozzi naturali molto profondi . Altrettanto angosciante e terribile è stata la successiva tragedia dei 500.000 profughi che hanno abbandonato le loro case e i loro beni per fuggire in Italia. Per approfondire la conoscenza del terribile eccidio di innocenti perpetrato nelle foibe inseriamo un dossier_foibe_e_confine_orientale.

La vera storia di Simone Pianetti

Simone Pianetti, per i suoi tempi, è un uomo particolare: non ama le imposizioni, ha delle idee liberali ed ha un forte spirito imprenditoriale. In più, esercita anche un certo fascino sulle donne; anzi ci fu proprio chi lo descrisse come un bell’uomo, alto e biondo sempre a caccia, non solo di selvaggina. In Val Brembana era piuttosto conosciuto, ma non proprio benvoluto da tutti, forse per la sua voglia di distinguersi dai suoi compaesani o per il temperamento un po’ troppo sanguigno. Da ragazzo, dopo una discussione con il padre, sparò un colpo di fucile in aria, forse per chiudere il discorso, ma è più probabile che quel gesto di rabbia fosse un atto intimidatorio frutto della sua impulsività. Sicuramente, i fallimenti commerciali che ha conosciuto per ben tre volte, nel corso della sua vita, dapprima lo hanno abbattuto e forse condotto ad un passo dalla depressione, poi hanno contribuito a gettare benzina sul fuoco e a fargli sviluppare progetti di vendetta e rivincita nei confronti di chi gli aveva procurato problemi e maldicenze. In molti si erano messi di traverso in vari modi, magari negandogli qualche documento che avrebbe potuto rendere più semplici le sue attività lavorative o prendendolo di mira perché, secondo il sentimento comune dei valligiani, non era un buon cristiano. Simone Pianetti era un uomo forte e aveva l’indole del cacciatore, oltre che una mira infallibile, eppure un giorno per reagire ai molti soprusi subiti decise di agire in modo drammatico, impugnando il suo fucile a tre canne. Quella volta, il suo gesto non fu del tutto imprevisto, con sé infatti aveva una lista di ben quaranta nomi: si trattava dei suoi presunti nemici, tutti coloro che gli avevano fatto del male o avevano contribuito alla sua rovina economica. Fu così che la mattina di lunedì 13 Luglio 1914 Simone uscì di casa di buonora con propositi bellicosi, il fucile e molte munizioni. Fu visto alla Roncaglia e poi a San Gallo, ma non trovando evidentemente chi stava cercando, tornò in paese e… Mercoledì 9 febbraio 2022 dalle ore 18,00, con i documenti recuperati del suo bisnipote Denis che ha scritto un […]